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Messaggio del Presidente Internazionale Ravindran di Dicembre 15

Data inserimento: 02-12-2015

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Insieme, si erano rivolti agli altri soldati, raccogliendo barrette di cioccolato e gomme da masticare, caramelle e fumetti. Nei momenti liberi, costruirono camion giocattolo con legno e altro materiale disponibile, rischiando anche di essere scoperti dalla polizia militare, oltre a vendere le loro razioni di sigarette al mercato nero, e usando i soldi ottenuti per comprare bambole di stoffa. Portando nel cuore la nostalgia della propria famiglia lasciata a casa, ognuno di loro incanalava le proprie energie su quei bambini per i quali rendere più gioioso il Natale.

Entro il 1º dicembre, erano pronti 4 sacchi pieni di regali e i soldati non vedevano l'ora che arrivasse la data del 25. Due giorni dopo, però, essi scoprirono che la loro data di partenza per ritornare nel Canada era il 6 dicembre, molto prima di Natale. Decisero pertanto che la cosa migliore da fare era portare subito i sacchi all'orfanotrofio del posto.

La notte prima della loro partenza, i quattro commilitoni decisero di andare all'orfanotrofio, e uno di loro si travestì sfoggiando una barba bianca e un cappello rosso. Mentre erano per strada, i soldati furono sorpresi di sentire suonare le campane a festa e le case illuminate, anche se mancavano alcune settimane al Natale. All'arrivo all'orfanotrofio, i quattro videro due dozzine di bambine e bambini che stavano cenando. A pochi mesi dalla fine della guerra, il cibo era ancora scarso, il loro pasto era misero e i loro volti ancora pallidi e magri.

"Babbo Natale" bussò tre volte al portone. Come per miracolo, dopo un momento di completo silenzio un prete aprì la porta. La sua espressione calma si animò, e i bambini dietro di lui eruppero in un grande grido di gioia: tutti si misero a correre verso Babbo Natale arrivato con tre settimane d'anticipo, ma comunque puntuale. Perché, nei Paesi Bassi, il 5 dicembre si celebra la festa di San Nicola (Sinterklaas).

Per circa un'ora, la gioia caotica continuò, con l'apertura dei regali, l'assaggio dei dolci e la distribuzione delle bambole. Tutti i giocattoli, le caramelle e cioccolati vennero consegnati ai bambini che aspettavano pazientemente il loro turno. Dopo aver ringraziato i soldati, un bambino si rivolse in olandese al prete che sorrise e accennò col capo. I soldati chiesero: "Cos'ha detto?", e il prete con gli occhi in lacrime rispose: "Te lo avevamo detto che sarebbe arrivato".

Quando diamo gioia al mondo, non la sacrifichiamo per noi, ma la moltiplichiamo. Mentre ci accingiamo a entrare in questa stagione di donazioni, moltiplichiamo i doni che ci sono stati dati condividendoli con il prossimo. Con gesti premurosi, attenzioni e generosità, nei nostri club e attraverso la nostra Fondazione, noi possiamo mettere in pratica il nostro motto: Siate dono nel mondo.



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