Data inserimento: 02-09-2015

Cari Amici Rotariani,
l'11 agosto è una data importante perché segna un anno senza un solo nuovo caso di polio in Africa.
Il valore di questo risultato è enorme: l’Africa senza polio è un nostro impegno arduo ed eroico.
Siamone orgogliosi, perché insieme possiamo realizzare l’incredibile.
Con maggiore determinazione, quindi, riprendiamo le nostre attività.
Sono molte le opportunità di servizio. Una di queste riguarda il tema di riflessione del mese: l’alfabetizzazione.
L’analfabetismo è un problema drammatico nei Paesi in via di sviluppo, dove l’incultura aumenta le problematiche relative alla salute,
all’alimentazione, al mantenimento di un ambiente pulito e sicuro, al progresso economico e sociale.
L’analfabetismo delle donne (si stima siano oltre 500 milioni) impatta sulla vita di intere popolazioni, per le quali la conoscenza di base
è prerequisito per sperare in una vita oltre la semplice sopravvivenza.
Ma, cari Rotariani, il problema dell’alfabetizzazione si affaccia in modo prepotente ed inaspettato anche nelle nostre comunità.
Nel preparare questa lettera, mi sono imbattuto in un documento OCSE del 2014 da cui risulta che l’Italia è la patria europea
dell’analfabetismo! A parte i cinque italiani su cento ancora costretti a firmare con la X, tre italiani su dieci sono
vittime di analfabetismo funzionale. Sono coloro che, pur sapendo leggere e scrivere, non possono operare efficacemente nella società
moderna, non sapendo svolgere adeguatamente compiti importanti e comprenderne la complessità.
Pubblicare post e messaggi in chat non vuol dire che si sappia scrivere, anzi.
L’uso non consapevole dei social network diventa una pericolosa svalutazione non solo dell’italiano, sempre più dialettale,
ma della riflessione e dell’articolazione del pensiero, fonte di conoscenza critica profonda.
La realtà ci mostra purtroppo altre spiacevoli sorprese.
Ventuno laureati su cento non vanno oltre il livello minimo di decifrazione di un testo, un laureato su cinque non riesce a risolvere
un’ambiguità lessicale.
Insomma, il 20% dei laureati italiani rischia l’analfabetismo funzionale e la percentuale sale al 30% tra i diplomati.
I rischi di questa situazione? Gli analfabeti funzionali possono essere soggetti ad emarginazione, a rischi per la salute, a lavori di basso
valore, e così via.
La correlazione tra crimine ed analfabetismo funzionale è ben nota agli esperti. La ricerca sociologica ha dimostrato, invece, che livelli
inferiori di analfabetismo funzionale contribuiscono a creare una cittadinanza attiva e solidale.
Ovviamente, il contesto italiano non è tutto negativo.
Ci sono insegnanti capaci e maestri abili nel far apprezzare ed amare ai giovani lo studio in senso generale.
E poi sono molti i buoni progetti e le iniziative lodevoli di tanti Rotariani. Allora, perché non lavorare su questi temi? Perché non
impegnarsi a favore di tanti giovani, per aiutarli a vivere con consapevolezza la realtà, ad essere artefici responsabili del loro futuro?
Alfabetizzare, qui da noi, significa riscoprire educazione e cultura che sapranno far superare incomprensioni e diffidenze.
In un mondo sempre più multietnico, l’integrazione corretta ed efficace con gli altri è una priorità a cui, noi Rotariani, non dobbiamo sottrarci.
Un caloroso saluto e buon Rotary!
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